Ciao a tutti, sono Manuel di Verdi Germogli Baiso, e oggi voglio parlarvi di un albero che forse non tutti conoscono bene, un po’ dimenticato, ma che racchiude in sé una bellezza, una forza e un sapore che meritano di essere riscoperti. Sto parlando del cotogno, un albero che ci regala un frutto un po’ duro, un po’ aspro, ma che una volta trasformato in confettura, in gelatina o in una profumatissima cotognata, ci regala delle emozioni uniche.
Lo so che a prima vista il cotogno può sembrare un parente povero delle mele e delle pere, un po’ bizzarro, con i suoi frutti dalla forma strana e la sua polpa dura. Ma vi assicuro che la coltivazione del cotogno è un viaggio affascinante, un ritorno alle radici della nostra tradizione agricola, un atto di rispetto verso la biodiversità e verso i sapori di una volta.
Vi voglio accompagnare in questo percorso, come se stessimo passeggiando tra i nostri campi qui a Baiso, a caccia di indizi e a studiare le strategie migliori.

Non vi preoccupate, non vi lascerò soli. Vi darò tutti i miei consigli, frutto di anni di esperienza e di un profondo rispetto per la natura, per far sì che il vostro sogno di avere un albero di cotogno nel vostro orto, grande o piccolo che sia, possa diventare una bellissima realtà.
La storia di un albero: il cotogno e il suo lungo viaggio attraverso il tempo
Per capire come affrontare la coltivazione del cotogno, dobbiamo prima di tutto conoscerlo un po’ meglio. Il cotogno, o Cydonia oblonga, è un albero che ha una storia millenaria, radicata in Medio Oriente e in Asia Centrale. È un albero che ci è stato tramandato dai Greci e dai Romani, che lo amavano per il suo profumo intenso e per i suoi frutti che, una volta cotti, diventavano dolcissimi e profumatissimi.
È un albero forte, che sa resistere al freddo e alla siccità, e che si adatta a diversi tipi di terreno. È un albero un po’ dimenticato, lo so, ma vi assicuro che merita di essere riscoperto, non solo per i suoi frutti, ma anche per la sua bellezza. In primavera, si ricopre di fiori bianchi o rosa pallido, che sono bellissimi da vedere. E in autunno, i suoi frutti, con la loro peluria dorata, sono una vera e propria gioia per gli occhi.
Un’altra cosa che dovete sapere è che il cotogno è un albero che si adatta bene a diversi tipi di terreno e di clima. Preferisce i climi temperati, ma resiste bene al freddo. E per quanto riguarda il terreno, si adatta bene a diversi tipi, ma preferisce quelli profondi, freschi e ben drenati. È un albero modesto, che non chiede molto, ma che in cambio vi regalerà un frutto prezioso.

Il luogo del sole: come scegliere il posto giusto e il terreno perfetto
La prima cosa da fare per la coltivazione del cotogno è scegliere il posto giusto. Come vi ho detto, il cotogno ama il sole. Ha bisogno di almeno 6-8 ore di sole diretto al giorno per crescere bene.
Quindi, cercate nel vostro orto o nel vostro frutteto il luogo più soleggiato che avete. Non abbiate paura di metterlo in pieno sole, lui lo adora.
Un’altra cosa fondamentale è il terreno. Il cotogno è un albero che si adatta a diversi tipi di terreno, ma preferisce quelli profondi, freschi e ben drenati. Non tollera i ristagni d’acqua, che possono causare il marciume radicale. Quindi, se il vostro terreno è argilloso e tende a trattenere l’acqua, dovrete lavorare per migliorarlo. Potete aggiungere sabbia, ghiaia o materia organica per renderlo più sciolto e permeabile.
Il cotogno ama anche i terreni con un pH neutro o leggermente acido. Non ha bisogno di un terreno particolarmente fertile, anzi, si adatta bene anche a terreni poveri. È un albero umile, che non chiede molto, ma che in cambio vi regalerà un frutto prezioso.

La nascita di un albero: la scelta delle piante e la messa a dimora
Ora che abbiamo capito dove piantare il nostro cotogno, è il momento di parlare di come procurarsi le piante. Il modo migliore è acquistare piante già innestate da un vivaio specializzato. In questo modo, avrete la certezza di avere un albero sano e robusto, e la pianta sarà già più forte e pronta a crescere.
La messa a dimora è un momento cruciale. Il periodo migliore è l’autunno o l’inizio della primavera, quando la pianta è a riposo vegetativo. Scavate una buca che sia larga e profonda almeno il doppio del pane di terra della pianta. Aggiungete sul fondo un po’ di compost o di letame ben maturo, per nutrire la terra e dare una spinta alla pianta. Mettete la pianta nella buca, facendo attenzione a non rompere le radici, e ricoprite con il terreno che avete scavato, compattandolo delicatamente.
Dopo aver piantato il vostro cotogno, innaffiatelo abbondantemente. E non dimenticate di mettere un tutore, specialmente se la pianta è ancora giovane. Il tutore la aiuterà a crescere dritta e a resistere al vento.
La cura del tesoro verde: l’irrigazione, la potatura e la concimazione
Una volta piantato, il cotogno non ha bisogno di molte cure, ma di quelle giuste. L’irrigazione è fondamentale, specialmente nei primi anni di vita. Innaffiate regolarmente, ma senza esagerare. Il terreno deve essere umido, non zuppo. E, come vi ho detto, il cotogno non ama i ristagni d’acqua, quindi assicuratevi che il terreno sia ben drenato.

La potatura è un’altra pratica importante. Nei primi anni, la potatura serve a dare all’albero la forma desiderata, in modo che sia robusto e ben arieggiato. Una potatura di allevamento, fatta con intelligenza, è fondamentale. In seguito, la potatura serve a rimuovere i rami secchi o malati e a mantenere l’albero in salute.
Non abbiate paura di potare, il cotogno è un albero forte e lo apprezzerà.
Per quanto riguarda la concimazione, il cotogno non ha bisogno di molto. Un po’ di concime organico, come il compost o il letame ben maturo, all’inizio della primavera, è più che sufficiente. L’importante è non esagerare con l’azoto, che potrebbe favorire la crescita delle foglie a discapito dei frutti.
Il sogno del raccolto: quando e come raccogliere i frutti
La coltivazione del cotogno è una questione di pazienza. L’albero inizia a produrre i primi frutti dopo 3-5 anni dalla messa a dimora. Non è una corsa, ma un viaggio. E la gioia del primo raccolto vi ripagherà di tutta l’attesa.
I frutti maturano in autunno, tra settembre e ottobre. Quando sono maturi, il colore della buccia diventa di un giallo intenso, la peluria si riduce, e il profumo si fa inebriante. Questo è il momento giusto per raccogliere. I frutti vanno raccolti a mano, con delicatezza, per non ammaccarli.
Dopo la raccolta, i frutti possono essere conservati in un luogo fresco e asciutto per un po’ di tempo. Ma, come vi ho detto, la loro polpa è dura, e per poterli mangiare, dovrete cuocerli. Ed è proprio nella cottura che il cotogno ci regala il meglio di sé, trasformando la sua polpa dura in una delizia profumatissima.

Conclusioni: un albero, una passione, un tesoro
Come avete visto, la coltivazione del cotogno non è un’impresa impossibile. Richiede attenzione, pazienza e un po’ di conoscenza. Ma la soddisfazione di raccogliere i propri frutti, coltivati con amore e rispetto per la natura, è impagabile. È un atto di amore verso la terra, verso noi stessi e verso il futuro.
Ricordate sempre che il vostro orto non è solo una fonte di cibo, ma un luogo di apprendimento e di crescita. E ogni sfida, come quella della coltivazione del cotogno, è un’opportunità per imparare qualcosa di nuovo e per diventare agricoltori migliori.
Le vostre domande: il mio orto in tasca
Posso coltivare il cotogno in vaso?
Sì, è possibile coltivare il cotogno in vaso, ma è una sfida più grande. Avrete bisogno di un vaso molto grande e profondo, di almeno 50-60 litri, con un ottimo drenaggio. E dovrete fare molta attenzione all’irrigazione, che in vaso deve essere ancora più costante. In inverno, se vivete in una zona molto fredda, dovrete proteggere il vaso dal gelo, magari portandolo in un luogo riparato.
Quali sono le varietà di cotogno che posso coltivare?
Ci sono diverse varietà di cotogno, e la scelta dipende molto dal vostro clima. Tra le più diffuse ci sono la varietà “De Vranja”, che produce frutti grandi e profumati, e la varietà “Champion”, che è più resistente al freddo. L’importante è scegliere varietà adatte al vostro clima e, come sempre, avere un po’ di pazienza, perché il cotogno non è un albero che dà frutti subito.
Il cotogno è un albero che si ammala facilmente?
Il cotogno è un albero forte e resistente. I problemi più comuni sono legati ai ristagni d’acqua, che possono causare il marciume radicale, e agli attacchi di afidi e cocciniglie. Ma con le giuste attenzioni, una buona irrigazione e una gestione naturale dei parassiti, il cotogno rimarrà sano e forte.
Il mio albero non produce frutti, cosa posso fare?
Se il vostro albero non produce frutti, ci sono due cause principali. La prima è che l’albero è ancora troppo giovane. Il cotogno inizia a produrre frutti dopo 3-5 anni, quindi abbiate pazienza. La seconda causa è che l’albero non è stato innestato, e quindi non è in grado di produrre frutti commestibili. L’ideale è sempre acquistare piante già innestate da un vivaio specializzato.
Devo potare il mio albero di cotogno?
Sì, la potatura è importante per dare all’albero la forma desiderata e per mantenerlo in salute. Nei primi anni, la potatura serve a dare all’albero la forma a vaso, che è la più adatta per la fruttificazione. In seguito, la potatura serve a rimuovere i rami secchi o malati e a mantenere l’albero in salute.
Qual è il segreto per una buona raccolta?
Il segreto per una buona raccolta è la pazienza. Non abbiate fretta di raccogliere i cotogni. Aspettate che il colore della buccia diventi di un giallo intenso e che il profumo si faccia inebriante. E, dopo la raccolta, conservateli in un luogo fresco e asciutto, per poterli gustare in tutto il loro sapore.
Posso usare il cotogno anche per altre cose, oltre che per mangiarlo?
Certamente. Il cotogno è un albero molto versatile. Il suo legno è duro e resistente, e viene usato per fare mobili e attrezzi. E i suoi fiori, con la loro bellezza e il loro profumo, sono una vera e propria gioia per gli occhi. È un albero che vi regalerà gioia in ogni stagione.