La tignola dell’olivo (Prays oleae) è un lepidottero fitofago diffuso in tutto il bacino del Mediterraneo. Questo insetto compie tre generazioni annuali, ognuna delle quali attacca una parte diversa della pianta: fiori, frutti e foglie. La generazione carpofaga, che danneggia i frutti, è la più pericolosa per la produzione. Tuttavia, in condizioni ambientali favorevoli e con una buona biodiversità, è possibile contenere efficacemente la tignola senza ricorrere a pesticidi chimici.
1. Riconoscere la Tignola dell’Olivo
L’adulto è una piccola farfalla grigio-argentea con ali frangiate. Le larve, di colore verde o nocciola, si sviluppano in tre generazioni:Noi Siamo Agricoltura+1Wikipedia+1
- Antofaga: colpisce i fiori, causando la cascola dei boccioli.Noi Siamo Agricoltura
- Carpofaga: penetra nei frutti giovani, provocandone la caduta prematura.Orto da Coltivare
- Fillofaga: scava gallerie nelle foglie, riducendo la capacità fotosintetica della pianta.
2. Prevenzione Naturale
A) Favorire la Biodiversità
Un ambiente ricco di biodiversità ospita numerosi predatori naturali della tignola, come il crisopide Chrysoperla carnea e l’emitto Anthocoris nemoralis. Questi insetti utili aiutano a mantenere sotto controllo le popolazioni di tignola.
B) Potatura e Arieggiamento
Una potatura regolare favorisce l’arieggiamento della chioma, riducendo l’umidità e creando condizioni meno favorevoli allo sviluppo della tignola.
C) Trappole Alimentari
L’uso di trappole alimentari, come le Tap Trap, può contribuire a ridurre la popolazione adulta. Queste trappole possono essere preparate con una miscela di vino, zucchero, cannella e chiodi di garofano, lasciata macerare per 15 giorni. Le bottiglie con questa esca attirano gli adulti, che rimangono intrappolati all’interno.
3. Controllo Biologico
A) Bacillus thuringiensis
Questo batterio è efficace contro le larve nelle prime fasi di sviluppo, soprattutto durante la generazione carpofaga. Il trattamento va effettuato alla schiusura delle uova, quando le larve sono ancora esposte.
B) Antagonisti Naturali
Diversi parassitoidi, come Chelonus elaphilus e Ageniaspis fuscicollis, attaccano le larve della tignola. Favorire la presenza di questi insetti nell’oliveto può contribuire al controllo naturale del parassita.
4. Monitoraggio e Interventi Mirati
Il monitoraggio delle popolazioni di tignola è fondamentale per decidere se e quando intervenire. In molti casi, la densità del parassita rimane al di sotto della soglia di danno economico, rendendo superflui i trattamenti. Tuttavia, se necessario, è possibile intervenire con metodi biologici nei momenti critici del ciclo vitale della tignola.
La gestione della tignola dell’olivo può essere efficacemente realizzata attraverso pratiche agronomiche sostenibili, favorendo la biodiversità e utilizzando metodi di controllo biologico. Un approccio integrato e rispettoso dell’ambiente permette di proteggere l’oliveto senza ricorrere a pesticidi chimici.
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